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Scusate, ma che fine hanno fatto la Libia e il Giappone? Fino a qualche mese fa (marzo) i media non parlavano d’altro, la guerra e il disastro d’oltreoceano erano sempre le prime notizie. Da qualche settimana invece puff, è sparito tutto.

Poco dopo che le forze NATO hanno iniziato a bombardare il paese di Gheddafi, è calato il silenzio. Qualcuno sa quale sia la situazione, se i ribelli sono avanzati, se Gheddafi ha ancora un esercito che gli permette di resistere, se le bombe cadono sui civili? Non si sente più parlare di queste cose. La guerra è sparita, l’unica sua testimonianza rimasta è quella delle centinaia di persone che sbarcano o tentano di sbarcare sulle nostre coste, tentando di fuggire dall’incubo. E trovando invece spesso la morte.

E’ possibile che queste guerre, come quella in Iraq, Afghanistan e co. non finiscano mai? Iniziano e poi si perdono. Il risultato è sempre lo stesso però: migliaia di morti civili, bambini, donne, uomini uguali a noi. E il silenzio dei media (si chiaro: tutti i media) è vergognoso. Molto meglio mettere in prima pagina il fatto che Berlusconi fa il bunga bunga in un nuovo posto, non più nello stesso posto di prima, come ha titolato l’altro giorno il Fatto Quotidiano.

Per quanto riguarda il Giappone, il motivo della sparizione delle notizie su Fukushima è lampante: la lobby del nucleare, con l’aiuto del governo giapponese, tiene lontane le informazioni che potrebbero peggiorare ulteriormente la già traballante posizione dell’energia atomica nel nostro Paese. A questa gente non frega nulla della nostra salute: meglio guadagnare miliardi con un’energia pericolosa, costosa e per nulla pulita.

Per le ultime dal Sol Levante, vi rimando a questo articolo del Fatto Quotidiano.

Una cosa è certa: siamo circondati dalle notizie, i media di tutti i tipi ci sommergono di informazioni sugli avvenimenti di tutto il mondo. Ma siamo poi così sicuri di essere davvero informati?

Capisco che la guerra in Libia abbia attirato su di sé tutta l’attenzione. E meno male che è così, perchè dobbiamo mantenere alto il livello di controllo, per seguire gli sviluppi delle operazioni militari e mettere pressione affinchè le forze occidentali non vadano oltre i loro compiti. Speriamo non accada.

Ma dobbiamo ricordarci anche del Giappone. La situazione, infatti, non è assolutamente risolta. Come del resto è naturale, viste le proporzioni del disastro. Ma le notizie provenienti dal sol levante stanno piano piano quasi scomparendo, diventando delle brevi. Il motivo risiede negli enormi interessi che l’energia atomica muove dietro di sè: in Italia alcuni tra i maggiori quotidiani (Corriere, Messaggero ed altri) sono controllati da costruttori come Ligresti.

Riporto un brevissimo post apparso oggi su beppegrillo.it, a proposito della “sepoltura” delle notizie sul disastro nucleare da parte del Corriere. Subito sotto, le ultime notizie dal Giappone.

“Lo tsunami è avvenuto l’11 marzo 2011, l’allarme nucleare è scoppiato due giorni dopo, il 13 marzo. Il 19 marzo, solo SEI giorni dopo, il più disastroso incidente nucleare della Storia è stato sepolto dal Corriere della Sera (Nucleare della Sera ad honorem). Sabato 19 marzo solo due righe (di numero) in prima pagina sotto la vignetta di Giannelli. Grande rilievo invece nel paginone di apertura, oltre alla Libia, a “L’Europa assolve il crocefisso in aula“, “Schiaffi e minacce. Maestre arrestate“, “Un argine alle scalate francesi“. Uno spazio più importante di Fukushima è stato persino dato a: “Tedeschi per l’Inter. Evitate Real e Barcellona” e all’importantissimo “Per eredità e affitti conciliazione sui litigi“. Il lettore, rassicurato sul plutonio che rischia di sterminare i giapponesi e sul nucleare di ultimissima generazione (quello di Fini e della Prestigiacomo), ha potuto informarsi solo a pagina 18 sul Giappone. Per dire, a pagina 17, ben più importante era il “Video di minacce a Scilipoti. Tensioni tra u Responsabili” e a pagina 16 la lettera di Rutelli “Il 17 marzo sia sempre festa“.

ULTIME DAL GIAPPONE

La situazione della centrale nucleare di Fukushima, colpita dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo, resta instabile. Gli ingegneri hanno riallacciato i cavi dell’elettricità nei reattori 1, 5 e 6 e ritengono di poter riavviare i sistemi di raffreddamento al più presto. Ma rimane l’allarme per il reattore 2, da cui continua a uscire vapore non generato dalla vasca del combustibile e per il 3 dove, a causa di un aumento della pressione e della fuoriuscita di un fumo grigio di origine ancora poco chiara. Il personale è stato evacuato.

L’Organizzazione mondiale della sanità la contaminazione dei cibi è “più grave di quanto si ritenesse in un primo momento”. “E’ evidentemente una situazione grave“, ha detto Peter Cordingley, portavoce dell’ufficio regionale dell’Oms. “E’ molto più grave di quanto chiunque potesse pensare nei primi giorni, quando si valutava che potesse essere limitata a un’area di 20-30 chilometri dalla centrale. I casi di verdure, acqua e latte contaminati hanno già sollevato le preoccupazioni dei paesi limitrofi, nonostante le rassicurazioni del governo giapponese”. Il governo ha proibito la vendita di latte dalla prefettura di Fukushima e di spinaci da un’area vicina. Mentre a quattro prefetture giapponesi è stato ordinato di sospendere la distribuzione di latte e di due tipi di vegetali. Secondo l’Autorità francese per la sicurezza nucleare (ASN) le ricadute radioattive di Fukushima sono un problema con cui le autorità giapponesi dovranno avere a che fare “per decine e decine di anni”.  E’ stata rilevata radioattività anche nell’acqua corrente di Tokyo.

Da ilfattoquotidiano.it, un articolo tratto dal blog di Peter Gomez.

(Le ultime news sull’emergenza nucleare in Giappone, passata ad un livello 6/7 su 7)

La buona notizia è che in realtà sul nucleare italiano niente è per davvero deciso. Nonostante la legge sull’atomo e l’accordo siglato lo scorso anno con la francese Edf e l’Enel il nostro Paese ha tutto il tempo per cambiare idea e darsi una diversa politica energetica. Quella cattiva è che le nostre classi dirigenti non hanno nessuna voglia di riflettere. Tanto che per ora la maggioranza riesce solo a ripetere a pappagallo: “Andiamo avanti”.

Eppure in qualunque nazione seria (ma la nostra purtroppo non lo è) ciò che sta accadendo in Giappone sarebbe da tutti presa per un’occasione di vero dibattito e approfondimento. Anche dai pro-nucleare. Chi sostiene l’atomo senza se e senza ma, spiega infatti che le centrali nipponiche sono in crisi perché di vecchia generazione. E pur sorvolando sull’ancora irrisolta (e fondamentale) questione delle scorie, afferma che nelle nostre (terza generazione) incidenti simili non potranno accadere. È vero? È falso? I ministri Renato BrunettaPaolo RomaniStefania Prestigiacomo che tanto si stanno spendendo per i costruendi reattori hanno la competenza tecnica e la gentilezza necessaria per rispondere?

In queste ore, del resto, le due obiezioni principali utilizzate per contrastare chi si schiera contro le centrali, appaiono prive di senso. È sbagliato dire, come fa la politica, che intanto l’Italia è circondata da reattori e che è quindi inutile rinunciare all’atomo, perché volenti o nolenti si è alla mercé di ciò che accade oltre-frontiera. Come dimostrano i piani di evacuazione, in caso d’incidente, sta peggio chi risiede vicino alle centrali. Non chi sta lontano.

Inoltre è ancora più sbagliato insistere troppo sui pur corretti ragionamenti di tipo economico-ecologico. Visti i progetti italiani, fa solo sorridere chi ripete che il petrolio costa troppo e che bisogna rendersi indipendenti dagli inquinantissimi e non illimitati combustibili fossili. I trenta miliardi di euro che si vogliono investire nei nuovi impianti riusciranno forse a essere produttivi tra 15 anni. Considerati i tempi tecnici e quelli legati alla nostra burocrazia è velleitario pensare che i reattori italo-francesi possano entrare in funzione prima. E sorprende che in pochi sottolineino (lo fa però Emma Bonino) come una volta accesi serviranno per coprire solo il 4 per cento del fabbisogno energetico del Belpaese.

Sarebbe dunque utile che qualcuno tra quelli che sostengono di essere al governo spiegasse ai cittadini cosa si intende fare nei prossimi tre lustri. Rimaniamo appesi ai voleri del Gheddafi o delPutin di turno? O magari ci attrezziamo con soluzioni alternative come accade in Germania e negli Stati Uniti?

I nostri sedicenti governanti lo faranno? Difficile crederlo. Anche se un colpo di scena è ancora possibile. Legato, purtroppo, non a una matura riflessione, ma ai sondaggi.

Il premier Silvio Berlusconi sa che se la situazione in Giappone (Dio non voglia) peggiora ancora, per lui i referendum di giugno si risolveranno in una clamorosa debacle. La possibilità che le consultazioni riescano a ottenere il quorum già adesso è concreta. E domani potrebbe esserlo ancor di più. Ma una sconfitta del genere un esecutivo debole come il suo non può permettersela. Specialmente perché i cittadini rischiano di bocciare non solo il nucleare e le norme sull’acqua privatizzata, ma pure la legge sul legittimo impedimento. Una norma che la Corte Costituzionale ha svuotato, ma che è una norma simbolo. Se gli elettori la cancellano, vuol dire che vogliono cancellare pure lui, l’amato premier.

Non per niente il presidente del Consiglio tace o parla d’altro. Sta cercando di capire come butta. Se il rischio quorum aumenterà ancora cercherà di correre ai ripari. Magari intervenendo per decreto. Berlusconi lascerà così il paese senza centrali. E ovviamente non metterà in piedi un vero piano di politica energetica alternativa. Ma almeno avrà tutto il tempo per occuparsi di ciò che per lui è davvero importante: le toghe e la giustizia.

Da corriere.it, le foto delle nuove esplosioni nella centrale di Fukushima e delle persone sottoposte a controlli per verificare il livello di radioattività. Sotto, cliccando sul link, trovate il video, tratto da Sky news.

(Leggi i precedenti articoli sul nucleare: Balle nucleari e Pericolo nucleare. Leggi il Decalogo Aninucleare di Greenpeace)


Le esplosioni sarebbero dovute a fughe di idrogeno. E mentre il governo dice di avere la situazione sotto controllo, il livello di radiazioni della zona è 400 volte superiore al normale e la flotta americana, dopo rilevazioni indipendenti, lascia la sua posizione, vicino alla costa nipponica. La tensione è sempre maggiore.

(Il titolo del post è “esplosione” in giapponese)

L’Italia è un Paese sismico. E i terremoti sono un grosso problema per le centrali nucleari. Lo vediamo proprio in questi giorni, da quanto è accaduto in Giappone.

In queste ore, è altissima la tensione alla centrale nucleare di Fukushima, nel nord del Paese. Si teme che un reattore possa aver subito un processo di fusione dopo il terremoto. Nonostante la situazione sia stata dichiarata sotto controllo, la preoccupazione è grande. Infatti, 47 mila persone sono state evacuate nel raggio di 10 chilometri dall’impianto, mentre ad altre è stato consigliato di restare in casa, senza aprire porte e finestre.

Verso le cinque (ora locale), è stata udita un’esplosione all’interno della centrale, e la tv locale ha mostrato una colonna di fumo bianco alzarsi in cielo. La violenza dello scoppio è stata tale da polverizzare la gabbia esterna di contenimento del reattore. Si parla anche di feriti, ma la situazione non è ancora chiara.

Il terribile sisma ha coinvolto 11 delle 52 centrali giapponesi. Alcuni dei loro reattori non sono più controllati e la temperatura al loro interno aumenta.

La situazione è quindi molto grave. Alla distruzione causata dal terremoto si sta aggiungendo un rischio ancora peggiore: quello di un disastro (o comunque di un incidente) nucleare. Ovviamente, speriamo che la situazione si risolva nel migliore dei modi. Ma forse possiamo trarre un insegnamento da questa situazione: abbandoniamo il nucleare. E’ un’energia costosa, probematica, pericolosa e dannosa. Speriamo di capirlo prima che sia troppo tardi.