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In occasione della festa della donna, pubblichiamo il primo di tre interventi (i prossimi domani) di nostre collaboratrici (e amiche), che raccontano cosa significa per loro essere donne, soprattutto nella nostra società e in questo momento. Il post di oggi è di Arianna Cavallini. Buona lettura!

DONNA è…

– è “l’individuo di sesso femminile dal momento in cui abbia raggiunto la maturità anatomica e quindi l’età adulta” (dizionario della lingua italiana).

– è ogni singola bambina, fanciulla, ragazza che lo diventerà.

– è, secondo la Costituzione italiana, una cittadina. E, articolo 3, “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso (…)”

– è colei che “la sua fortuna ce l’ha tra le gambe” (Honoré de Balzac, Pensieri, soggetti e frammenti, 1833).

– è colei che si infuria come una bestia sentendo certe citazioni imbecilli. Ma anche colei che sfrutta la sua “fortuna”.

– è lotta per la parità sociale. è, anche, il disinteresse verso certi argomenti.

– è un corpo, un viso, dei capelli, occhi, naso, bocca, orecchie.

– è gambe, sedere, pancia, piedi, mani, braccia, seno.

– è pensiero, cuore, anima.

– è “tuffarsi, ma nel profondo, dove il mare è mare”.

– è il profumo della crema quando ti da un bacio.

– è QUEL bacio.

– è far parte di un’élite, dove in bagno ci si va in due, il mio ex è off-limits per le mie amiche e la mamma è sempre la mamma 🙂

– è ISPIRAZIONE.

– è Beatrice per Dante, è Laura per Petrarca, è (l’invenzione di) Fiammetta per Boccaccio.

– è la voce di John Lennon che canta “Woman” (http://www.youtube.com/watch?v=PaLfDnShEn0) 🙂

o di Fiorella Mannoia che afferma che “Abbiamo troppa fantasia e se diciamo una bugia, è una mancata verità che prima o poi succederà” (http://www.youtube.com/watch?v=F0SKDXFHOoo).

– è ARTE.

– è la “Gioconda” di Leonardo da Vinci, è la “Venere” o “Flora” del Botticelli”, è la “Ragazza dall’orecchino di perla” di Jan Vermeer e anche “L’origine du monde” di Courbet.

– e, allo stesso tempo, è ARTISTA.

– è lenta, ma l’arte non ha mai visto niente di migliore di quello che lei, in 9 mesi, crea.

– è “litigioso amore o amore odiato tutto quanto dal nulla fu creato… Vanità seria, pesante leggerezza… Disarmonico caos di forme belle…” (Shakespeare, Romeo e Giulietta).

– è una bolla di sapone, soffiata da un bambino, che vola tra i passanti.

– è fantasia, voglia di fare e di emergere da un mondo quasi sepolto.

– è volere bene 🙂

– è una bella cosa da guardare, ma ancora più bella da scoprire.

– è una foto di un pomeriggio d’estate.

– è un fiocco di neve che ti arriva sul naso.

– è un sorriso contagioso quando senti che va tutto male.

– è paranoia, malinconia e tristezza.

– è un miracolo della natura.

– è nervosismo appena sveglia, nei giorni del ciclo.

– è felicità per un piccolo gesto.

– è sentirsi belle.

– è tutto, ma mai niente.

– è DONNA.

Ciò che leggerete oggi sarà il primo articolo di ilFilo, una nostra nuova collaboratrice con la passione per la fotografia, che ha scritto di un viaggio che è stato per lei molto importante…

***

IF YOU’RE GOING TO S.F. (di ilFilo)

Sulle 14 ore per poter atterrare direttamente nell’aeroporto di questa splendida città.

sulle 14 ore per cambiare mondo.

Altro stato, altro continente, altro TUTTO.

La New York vivibile è una vera e propria esperienza sociale, psicologica e devo dire anche fisica.

Qui, italiani, sudamericani, cinesi, giapponesi, americani, greci e chissà quanti altri in una sola città.

Gusti, sapori, profumi, colori, sensazioni che si alternano e si mischiano nel giro di pochi metri.

Sono tante le cose che ho visto, assaggiato, sentito, provato, fotografato dall’altra parte del mondo…

C’era la luna, c’erano le stelle,

c’era una nuova emozione sulla pelle

c’era la notte e c’erano i fiori,

anche al buio si vedevano i colori

Ecco era proprio così, era tutto luminoso e rifletteva il mio entusiasmo come uno specchio riflette le immagini.

Sentivo che non sarebbe successo niente di brutto in una città così.

La libertà scorreva nelle vene, l’ho sentita chiara e forte quando mi sono tolta le scarpe per immergere

i piedi nell’acqua gelida dell’Oceano, quando il vento soffiava scompigliando i capelli di tutte le persone

sulla spiaggia; dove alloggia una vecchia poltrona portata da chissà quale persona con chissà quale personalità.

L’ho sentita anche quando, sono riuscita a ordinare da sola in un cafè =)

Come se la conoscenza della lingua aprisse mille porte contemporaneamente.

Era una città parlante.

Mi ha parlato spesso, anche se alcune musiche cercavano di coprire i suoi discorsi.

Mi ha parlato tanto e l’ho ascoltata sempre.

Mi ha raccontato delle abitudini dei suoi abitanti, di cosa e come fanno per vivere la vita.

Mi ha anche mostrato mille e una cose…

Il famigerato Golden Gate, Twin Peaks, il Pier 39 col suo HardRock…

Mi ha anche fatto capire quant’è colta con i suoi tanti musei di scienze, arte, design e di antichità.

Era fiera di aver trovato un’attenta ascoltatrice che si è goduta la visita il più possibile a fondo facendo caso

ai più minimi particolari.

Fotografando particolare e particolare di ogni via, casa, negozio, strada.

Questa città ha anche dato vita a tanti racconti stampati come la carta carbone nella mia memoria.

La luna di miele dei miei, la casetta degli zii.

Ho anche fantasticato, molto.

Mio fratello nella Haight Street negli anni ’70…

La prima traversata del “ponte rosso” di mio papà.

Lo zio Tino che aiutava il Cable Car a cambiare rotta nell’angolo tra la Powell e la Market street.

E sono riuscita a dare vita ad altre di queste fantasie e desideri.

I pancake.

Le foto artistiche e particolarmente dettagliate.

Attraversare la Lombard Street, unica via dell’intera città ad avere delle curve!

Portare due rose nel luogo di riposo degli zii di mio papà.

Mettere i piedi nell’oceano e portare a casa le conchiglie.

Insomma, i sogni più semplici.

Ma soprattutto sprizzare energia, felicità, entusiasmo da tutti i pori.

A San Francisco non si può avere paura di essere fuori luogo.

Non esistono giudizi negativi sullo stile personale di una persona.

Sei quel che sei e quello che vuoi senza problemi.

Come città mi ha insegnato molto, davvero tanto.

È impossibile descrivere San Francisco in un articolo, per sapere com’è una cosa bisognerebbe viverla, e in questa città c’è molto da vivere; in un posto del genere trovi tutto, ma, cosa più importante, trovi te stesso.

Non hai limiti alle emozioni, ti vesti come ti pare, parli come ti pare, fai quello che ti pare: nessuno giudica.

So che ci tornerò, succederà perché ho ancora molto da ascoltare e da imparare da San Francisco.

Vorrei sedermi su un palazzo del centro, salutare la gente che passa di fretta la mattina presto che va al lavoro col caffè di Starbucks nel tipico bicchierone; e rimanere li, incuriosita, a scattare fotografie fino ad addormentarmi; come lei… =)

Ogni tanto è bello acquisire quella sicurezza e quella autostima che ti fa capire veramente chi sei,

ti fa leggere dentro come se la tua vita e il tuo IO si trovassero pian piano scritti sul tuo diario di viaggio

senza che tu te ne accorga.