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Dal blog di Minzoparade su il fattoquotidiano.it, ecco a voi i Minzawards, ovvero i premi alle notizie più imbecilli ed inutili e ai giornalisti più leccosi del TG1. Un buon modo per iniziare l’anno!

La commissione, dopo aver espulso infiltrati comunisti, toghe rosse e magistrati sputa-sentenze ad orologeria, in nome della libertà di stampa, del principio liberale della divisione dei poteri ed in virtù del ruolo di cane da guardia del cittadino proprio della libera stampa, ha così assegnato i Minzawards 2010:

Minzo d’Oro
: Massimo Mignanelli
Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 1998, è l’autore del servizio sulle palle rosse e le piccole renne illuminate di Natale. Basettoni di altri tempi, aspetto molto casual, romano di nascita, lavora in Padania. E’ l’Alexey Stachanov del Tg di Minzolini. Scorrazza nel triangolo Alpi-Liguria-Romagna. Ha sciato quasi tutti i giorni e spesso, intirizzito, non riesce a ben articolare la favella. Ha vinto battendo ben 168 redattori e tutte le punte di diamante dell’infotainment italico.

Migliore giornalista pop
: Carlotta Mannu
Si aggiudica il titolo grazie ad un servizio sull’albero di Natale americano a piume di struzzo. E’ un pilastro (con Federica Balestrieri e ad Anna Scafuri) della redazione società del Tg di Uno, la fabbrica delle minzocaramelle.

Miglior corrispondente dall’estero
: Antonio Caprarica.
Giornalista dal 1976, saggista laureato in filosofia con una tesi sull’etica e il mercato di Adam Smith. Elegante, colto, barbuto e canuto si occupa di shopping, maiali e di reali inglesi. E’ il fiore all’occhiello della divisione pop ed ha letto Charles Dickens. Ha firmato il servizio su Henry, il super porceddu inglese e a lui tocca il gravoso compito di raccontarci minuto per minuto le nozze di Uilliamm e Cheitt.

Miglior servizio pop
: le pompette salva vino.
Le mitiche pompette hanno fatto subito presa sui lettori della Minzoparade, schizzando subito ai vertici della classifica. Il servizio sulle pompette è stato scelto dalla commissione in quanto riflette appieno quello che i Tedeschi chiamano “zeitgeist”, lo spirito dei tempi nella Repubblica di Bunga Bunga.

Miglior servizio natalizio
: le palle di Natale della Nonna.
Il Tg di Uno ha sfornato nel mese di dicembre più di venti Minzi Natalizi a settimana. La commissione ha scelto questo servizio in quanto rappresenta al meglio quanto visto a partire da metà Novembre. In un mercatino di Natale a  Bracciano sono spuntate le palle di una volta, palle di Natale toste che resistono agli anni: le palle della Nonna. Serviranno ad affrontare le dure sfide del futuro.

Migliore intervista
: come difendersi dal freddo, copritevi e non uscite di notte.
Al  Tg di Uno l’autorevolezza delle opinioni dei giornalisti è spesso stata supportata da grandi esperti che sono stati intervistati per informarci sulle ultimissime dalle frontiere della ricerca scientifica. Il servizio intitolato “Come ci si difende dal freddo?” vince il minzaward perchè ha dato risposte concise, innovative ed esaustive a milioni di telespettatori: copritevi e non uscite di notte.

La bestia dell’anno
: Henry, il Super-Porceddu.
E’ il capolavoro di Antonio Caprarica da una triste e commovente storia che sembra ambientata nella Londra di Dickens. In Inghilterra, ad una certa Melissa, viene rifilato un porcellino che cresce a dismisura diventando un maialone. Divora la moquette e riduce l’abitazione in una porcilaia, ma ormai Melissa si è al suino affezionata e deve darlo in adozione. Il corrispondente da Londra chiude così il servizio: “La storia ha il sentore di un racconto di Dickens. Speriamo che Henry arrivi al pranzo di Natale non trasformato in fette di prosciutto”. A tutt’oggi non sappiamo se Henry sia ancora vivo o se sia stato “trasformato” in fette di prosciutto..

Il Minzaward della critica
: i vasetti per la pupù dei bimbi alla moda.
E’ questo il servizio più amato dalla critica e dai lettori. Dopo ben 10 settimane è ancora in classifica e il servizio è stato ormai votato da centinaia di lettori. Memorabile il commento entusiasta di uno di loro secondo il quale nella Repubblica di Bunga Bunga i pargoli vanno griffati il più presto possibile. 

La Minzoparade vi ringrazia per l’ascolto e vi dà appuntamento al 2011. Siamo su Facebooke all’indirizzo minzoparade@gmail.com.

Nel ricordarvi che l’abbonamento Rai è scaduto, Il Centro Studi Tg di Uno di Vancouver vi augura anche un buon anno e vi lascia ad i Soliti Ignoti (i fatti della settimana).

A cura di Ernesto Salvi

Da un paio di settimane, sul sito del Fatto, è iniziata la Minzoparade, ovvero la classifica delle dieci notizie più assurde date dal TG1. Leggere questa hit parade ci fa capire come sia ridotto quello che era il primo TG nazionale e in generale l’informazione italiana. Riportiamo la classifica della settimana dal 16 al 22 ottobre appena trascorsi. Tra parentesi trovate il numero di posizioni perse o guadagnate rispetto alla scorsa settimane. Buon divertimento!

1. Festival dei rapaci notturni: gufi civette ed allocchi portano fortuna (+2)
2. A 52 anni muore Charlie lo scimpanzé fumatore dello zoo di Città del capo (-1)
3. A Madrid il campionato nazionale di siesta: una tradizione che va difesa (New Entry!)
4. Gli animali più ricchi del mondo: Gunther il pastore tedesco, Kalù lo scimpanzé e Michele il gatto soriano (New Entry!)
5 . Giorrgg Cluunei ed Elisabetta Canalis: si sposano o non si sposano? (New Entry!)
6. I vasetti per la pupù dei bimbi alla moda (New Entry!)
7. Tuca-tuca gigante e super peperonata a Carmagnola (+2)
8. I tacchi alti fanno brutti scherzi (-4)
9. Le pompette salvavino  (-7)
10. Campionato internazionale di Subbuteo: piace anche alle ragazze (-5)

Dopo il post “Tanto rumore per nulla” in cui si parlava anche dell’editoriale pro-voto del  del direttore del Tg1 Augusto Minzolini, vi propongo la spalla di Marco Travaglio apparsa su Il Fatto Quotidiano del 10 settembre 2010, che ci propone un punto di vista della questione “editoriali”.

HA RAGIONE SCODINZOLINI

di Marco Travaglio

Spiace dirlo, ma se la colpa di Minzolini è di fare editoriali e di irritare il Pd, Fli e il Quirinale, allora ha ragione Minzolini. Intendiamoci bene. Minzolini fu nominato 14 mesi fa direttore del Tg1 da B, essendone uno dei più fedeli portaordini su piazza, cioè non ancora direttori di qualcosa. Masi eseguì e la maggioranza del Cda Rai (compreso il presidente Garimberti) ci mise il timbro. Da allora il Tg1 ha perso 1 milione di telespettatori in un anno: la prova lampante che Minzolini è professionalmente inadeguato a dirigere il primo (per ora) tg d’Italia. Basta sintonizzarsi su Rai1 alle 20, o in qualsiasi altra edizione, per rendersi conto che il prodotto è avvilente per chi lo fa e per chi lo vede. Le notizie vengono sistematicamente censurate o falsificate o coperte con notizie fasulle e non-notizie (cappotti per cani, scuole per maggiordomi, caccia al coccodrillo fantasma nel lago di Falciano, come lisciare i capelli arricciati dall’umidità, dentiere smarrite, calamari giganti, i segreti del peperoncino e altre menate). E i telespettatori fuggono dove possono, specie da quando a La7 c’è Mentana. E specie quando appare il crapone levigato e dorato del direttorissimo, con la Treccani di legno sullo sfondo, per i suoi leggendari editoriali. 2010, fuga dal Tg1. Di questo bisognerebbe parlare. Di come sta affondando la cosiddetta “ammiraglia Rai”, non un programma qualsiasi. Di com’è precipitata, per ascolti e prestigio, a livelli che nemmeno Rossella, Sorgi, Mimun e Riotta, nonostante l’impegno, erano riusciti a toccare. Il problema è il fallimento degli obiettivi dichiarati nel piano editoriale su cui il direttorissimo ottenne la fiducia (peraltro risicata) in redazione. C’entra in tutto questo il servilismo dichiarato e sfacciato di Scodinzolini nei confronti del padrone? Certo. Ma è proprio per questo che fu nominato. Qualcuno davvero può dire che non lo sapeva, che non l’aveva previsto? Siamo seri. Se la Rai avesse cercato un direttore noto per la professionalità avrebbe chiamato Mentana (era a spasso), Mieli, Mauro, De Bortoli, Anselmi. Chi si mette in casa Minzolini sa chi è e perché lo fa. Lui, del resto, non si è mai nascosto: bastava leggere quel che scriveva sulla Stampa e su Panorama (stipendiato dalla famiglia B.) per farsene un’idea precisa. Oggi è ridicolo prendersela con Minzolini perché fa il Minzolini. Invece è proprio quel che fa il presidente Garimberti nella lettera a Masi contro l’ultimo editoriale, che ha molto irritato il Quirinale per via dell’appello pro elezioni e contro il “ribaltone”, cioè contro qualunque governo diverso da quello di B. “Giudizi – scrive Garimberti – inopportuni e invasivi delle competenze e delle responsabilità di soggetti istituzionali”, nonché frutto di “esasperato protagonismo individuale”. Ergo il presidente Rai esige da Masi “un intervento diretto e immediato”. Ora, che un direttore di giornale esprima il suo pensiero in un editoriale, non è solo normale, ma addirittura doveroso. Si dirà: ma Minzolini esprime sempre il pensiero di B. Sfido io, è lì apposta. Se esprimesse pareri critici, non l’avrebbero nominato o l’avrebbero già cacciato. Il fatto poi che abbia chiamato “ribaltoni” eventuali governi diversi dall’attuale è una sua legittima opinione che nessuno può impedirgli di esprimere, salvo incappare in una censura bella e buona (tutt’altra faccenda sarebbe imporgli di rettificare le falsità, come la presunta “assoluzione” del prescritto colpevole Mills, ma su questo tutti tacciono). Se poi Minzolini ha fatto saltare la mosca al naso al capo dello Stato, pazienza: fino a prova contraria Napolitano non è ancora il supervisore della Rai. E ci mancherebbe pure che vedere la politica in modo diverso da lui costituisse un’“invasione” nelle sue “competenze e responsabilità istituzionali”. Gli elementi per cacciare Minzolini ci sono tutti, anzi c’erano già quando fu nominato. Ma processarlo oggi per l’unica cosa che ha il diritto di fare – gli editoriali – è peggio che un crimine: è un errore. Anche perché ci costringe a difenderlo.

di Aristofane

Archiviato l’argomento “elezioni regionali”, stabiliti dei punti fermi quali quelli di cui si è scritto negli scorsi interventi e accertato che la maggioranza degli italiani non si rende pienamente conto (soprattutto a causa del regime mediatico) di come, con Berlusconi, l’Italia sia diventata un paese nel quale cultura, studio, impegno, merito, legalità, rispetto delle regole, Costituzione, divisione dei poteri, onestà, educazione, leggi, istituzioni, ricerca, energia pulita, ecologia e società multietnica sono disprezzati, derisi e guardati quasi con sospetto, sostituiti da arrivismo, valore assoluto dell’apparenza e della bellezza, impunità, evasione fiscale, disprezzo delle regole e di qualunque limite, maleducazione, esagerazione; stabilito questo, non dimentichiamoci che sta accadendo moltissimo altro in Italia e nel mondo. Accenniamo rapidamente i principali eventi, alcuni dei quali verranno ripresi con interventi più approfonditi nei prossimi giorni.

Il direttore del TG1, Augusto Minzolini, ha sollevato quattro giornalisti (Tiziana Ferrario, Piero Damosso, Massimo De Strobel e Paolo di Giannantonio), tra i più influenti del suo tg, dall’incarico di conduzione. Guarda caso proprio quelli che non avevano firmato il documento a favore del direttore dopo le accuse che quest’ultimo aveva subito dopo la falsa notizia dell’assoluzione di Berlusconi nel caso Mills (in relatà il Banana era stato prescritto). La vendetta è un piatto che va consumato freddo (ma nemmeno troppo).

Napolitano rinvia alle camere la legge sul lavoro. Che sia un pretesto per poi firmare l’imminente porcata contro le intercettazioni?

La Gelmini elimina la Resistenza dai programmi del liceo.

49 senatori del PD chiedono a Bersani un cambio di passo, dopo la sconfitta alle elezioni, consci di non poter competere con un partito in queste condizioni (mentre sul web si chiedono le dimissioni dei vertici democratici).

Cota, il nuovo presidente leghista del Piemonte, annuncia di voler bloccare la distribuzione della pillola abortiva, affermando di “essere per la difesa della vita”. Proprio come il suo capo Bossi con i fucili spianati contro terroni (come li chiamano loro) ed extracomunitari; o quello che voleva “eliminare i bambini degli extracomunitari”. Indovinate di che partito era.

La Russia è nel terrore a causa degli attentati kamikaze di questi giorni disseminati sul suo territorio. Gli attacchi sono stati rivendicati da Doku Umarov, leader dell’Emirato del Caucaso del Nord. Il terrorista ceceno è il più ricercato tra i ribelli al governo russo. L’obiettivo è cacciare la presenza russa e realizzare un emirato islamico nei territori di Daghestan, Cecenia, Circassia, Kabardino-Balkaria.

E’ stato sospeso per la terza volta Gioacchino Genchi, vicequestore di Polizia, in servizio da 23 anni. In passato ha lavorato con Giovanni Falcone e poi per cercare di scoprire, in mezzo a depistaggi di ogni genere, chi aveva ucciso proprio Falcone e Paolo Borsellino. Per anni ha lavorato in aspettativa sindacale privatamente; l’anno scorso è rientrato nei ranghi della Polizia, ma subito dopo è bastato un avviso di garanzia e una perquisizione realizzata dagli uomini del Ros e disposta dal Procuratore Achille Toro di Roma (procuratore aggiunto, ora dimissionario perché beccato a combinarne di cotte e di crude nello scandalo della protezione civile) perchè Genchi fosse sospeso dal servizio. Quello che gli veniva imputato era prima l’esistenza di un archivio illegale pieno di milioni di intercettazioni (inesistente), poi la risposta, su Facebook, ad un giornalista (Gianluigi Nuzzi) che gli aveva a sua volta scritto cose molto gravi su Facebook. Infine gli interventi al congresso di Italia dei Valori e ad un altro in Friuli. In ogni suo intervento aveva dato fastidio ai poteri forti (di diversi schieramenti) e promesso o fatto rivelazioni, complete di nomi, sull’effettivo svolgimento delle stragi di mafia e di altri misteri d’Italia e sulle loro cause. Forse per questo i comportamenti descritti sono stati ritenuti “gravemente lesivi del prestigio e dell’onore delle istituzioni” dal direttore generale della polizia Manganelli.
Intanto, alcuni tra i responsabili delle torture di Bolzaneto e della Diaz a Genova, durante il penultimo G8, sono stati mantenuti in servizio ed addirittura fatti avanzare di grado, nonostante i loro comportamenti da macellai (uno ha strappato la mano di un manifestante, un altro preso a calci in faccia un ragazzo di quindici anni). Costoro non hanno una condotta “lesiva del prestigio ecc.”? I tutori della legge non dovrebbero essere i primi a rispettarla? (Rimango ovviamente convinto che la stragrande maggioranza dei componenti delle forze dell’ordine faccia a pieno e con coscienza il suo lavoro).
(La parte in corsivo è tratta da questo video di Marco Travaglio, fonte della notizia)