Riprendersi la democrazia

Pubblicato: 21/11/2011 da Martino Ferrari in Aristofane, Estero, Politica, Società
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L’Egitto è di nuovo in fiamme. Disfatisi della dittatura di Mubarak, gli egiziani ora lottano contro il maresciallo Hussein Tantawi e la sua giunta militare. Piazza Tahrir, al Cairo, è da tre giorni teatro di scontri tra polizia e manifestanti, e i bilanci parlano di 20 morti e un numero imprecisato di feriti. Waleed Rashed, fondatore del movimento 6 Aprile, ha postato un video (che trovate qui sotto) in cui si vede chiaramente un uomo giacere a terra, morto.

La protesta è iniziata il 18 novembre, quando migliaia di persone sono scese in piazza al Cairo e in altre città (ad esempio Alessandria) per chiedere al Consiglio Supremo Militare di fissare una data precisa per il ritorno al governo civile. Assieme alla Fratellanza Musulmana, migliaia di cittadini facenti parte di organizzazioni laiche hanno espresso la loro preoccupazione per il prolungarsi del controllo militare sul Paese.

La protesta è stata scatenata dal un documento emesso dall’esecutivo provvisorio, che definisce i militari “guardiani della legittimità costituzionale”. L’espressione, molto ambigua, ha alimentato le paure degli egiziani, che temono l’intenzione dei generali di controllare e condizionare il processo che sta portando il Paese alle elezioni democratiche del 28 novembre.

La situazione è poi degenerata, fino alla situazione attuale, che ricorda quella dei giorni della rivoluzione contro la dittatura di Mubarak (anche se, per fortuna, per ora è meno tragica).

Nutro un profondo rispetto per questi popoli, che si battono per conquistare i loro diritti. E’ il momento più bello, nella storia di una democrazia: quando nasce e bisogna lottare per ottenere la libertà. Per noi è così scontata che non ci accorgiamo di non usarla veramente. La lasciamo appassire.

 

 

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