Archivio per 02/09/2011

Oggi riportiamo un’intervista a Massimo Fini, tratta dal blog di Beppe Grillo. Come sempre, il giornalista del Fatto e direttore de La voce del ribelle offre un punto di vista diverso e particolare sulla situazione libica. Buona lettura (o visione del video)!

Blog- Perchè l’Italia è intervenuta militarmente in Libia ?
Massimo Fini- L’Italia è intervenuta in realtà per le sciocchezze che combina Berlusconi, nel senso che Berlusconi si era talmente esposto con Gheddafi, tutti ricorderanno le scene abbastanza vergognose dove Gheddafi evoluisce liberamente in Roma facendo il padrone di casae si era talmente esposto che da una parte aveva difficoltà a entrare, dall’altra temeva di essere considerato un complice del dittatore. Penso che di suo non sarebbe entrato in questa guerra, perché Berlusconi è tutto, ma non è un guerrafondaio, non interessano le guerre anche perché lui personalmente non ci può ricavar danaro quindi… Diciamo che è stata costretta l’Italia ad entrare proprio per questo modo dissennato di far politica di Berlusconi, politica anche estera; non è un caso che la politica estera si è sempre fatta con lo stile di Andreotti e non con quello di Berlusconi, perché poi ti pone in situazioni di questo genere.
È una situazione in cui tu essendoti troppo strusciato con grande evidenza al dittatore, poi devi entrare con gli altri, anche se non hai particolari interessi a farlo, per non essere accusato di complicità con il dittatore. Almeno, io la vedo così.

Blog- Che ruolo hanno Francia e Germania in questa guerra?
Massimo Fini- Questo lo sanno tutti: la Francia voleva recuperare posizioni che in Libia aveva perso, la Gran Bretagna secondo me è intervenuta più per un riflesso coloniale e quindi ha seguito la Francia, poi gli Stati Uniti. Il tutto fa parte di una forma di neocolonialismo che comincia da quando crolla il contraltare sovietico, allora le democrazie hanno mano libera e avremo cinque guerre: la prima guerra del Golfo, la guerra alla Serbia, la guerra all’ Afghanistan, la guerra all’Iraq (seconda) e la guerra alla Libia. Ripeto, il fatto è che le democrazie non hanno più un oppositore quindi si credono in diritto di poter fare tutto quello che vogliono; questo è al di là delle responsabilità di Gheddafi, che peraltro, ripeto, negli ultimi anni ci trafficava tutti i paesi europei, questo è il succo di fondo di quello che sta avvenendo da una ventina d’anni a questa parte.
La Germania è rimasta coerentemente fuori, perché ha una sua politica tutto sommato coerente, non è andata in Iraq, poi pensa che sia inutile spendere quattrini in avventure di questo genere, insomma, che sono comunque costose, poi prima di avere i risultati si vedrà, insomma.
È ovvio che la Francia farà la parte del leone. Ma quello che a me interessa di più è il fatto che si è violato il principio di diritto internazionale di non ingerenza agli affari interni dello Stato sovrano, che peraltro è già stato sconquassato con la Serbia, e da qui possono poi derivare altre infinite aggressioni a chi non piace al mondo occidentale. Fra gli alleati delle democrazie c’era l’emiro del Qatar, il quale non è precisamente un democratico.

Blog- Quali i prossimi obiettivi ?
Massimo Fini- Un obiettivo però molto difficile e molto ostico è l’Iran, sono anni che gli Stati Uniti fanno una politica ideologicamente molto aggressiva nei confronti dell’Iran, che non si capisce il perché non dovrebbe costruirsi il nucleare civile, che serve ad usi civili e anche medici,solo che aggredire l’Iran vorrebbe poter dire veramente scatenare una terza guerra mondiale. Però certo è lì anche in Iran, com’è successo in Libia, in Libia la rivolta non è scoppiata spontaneamente, hanno mandato agenti provocatori francesi e britannici e questo avviene anche in Iran, cercano continuamente di fomentare un malcontento che probabilmente c’è ma che riguarda una parte minoritaria della popolazione.

Blog- La ribellione si è organizzata spontaneamente?
Massimo Fini- Secondo me è una rivolta fomentata, i rivoltosi da soli non avrebbero mai potuto fare nulla. Si è votata una risoluzione ONU che poteva anche avere il suo senso, il “no fly zone”, perché una delle due parti, Gheddafi in questo caso non avesse una superiorità militare assoluta. È stato subito evidente che la storia del “no fly zone” era un’aggressione alla Libia di Gheddafi. Il quale non è o non era un dittatore isolato come ci si è fatto credere, aveva anche nella popolazione un consistente appoggio per la sua politica anticoloniale, nazionalista, antiamericana e anche perché, grazie al petrolio, si era arricchito lui sì, ma aveva arricchito anche nuovi ceti sociali. Quindi non è stata, come in Tunisia, una rivolta di un popolo intero che caccia il dittatore, infatti non a caso è durata sei mesi con inferiorità militare da parte di Gheddafi, dopo l’intervento della Nato, totale.Se i rivoltosi fossero stati veramente tanti e più decisivi sarebbe durata dieci giorni, no?
C’è una cosa da dire su questi dittatori, è che al momento del dunque tutti dimostrano una vigliaccheria assoluta: Saddam Hussein si fa prendere come un topo di fogna in quel tombino; Ben Alì sfugge con la cassa; Mubarak che si fa barellare in uno di questi grotteschi processi che dopo Norimberga i vincitori fanno i vinti; e Gheddafi invece di morire in battaglia, scappa.
Se vogliamo stare alla nostra storia, Mussolini, dopo tante parole sulla bella morte che hanno spinto tanti ragazzi giovani ad andare a morire per Salo, scappa travestito da soldato tedesco. Il Duca di Blangis nelle 120 giornate di Sodoma, che è uno dei carnefici più feroci, dice de Sade, è uno che si sarebbe fatto spaventare da un bambino un po’ deciso se non aveva il potere in mano… Che li squalifica moralmente, al di là dei loro crimini. L’unico che è stato coerente è stato Hitler che si è suicidato, ciò non lo assolve dai suoi crimini, però perlomeno è stato coerente con la sua storia.
Per la classe dirigente tedesca, nazista è stata una Gotterdammerung però si sono uccisi, insomma Goebbels si suicida, la moglie si suicida, uccidono i loro sei figli, ripeto non è che li assolva da alcunché, però è una fine coerente con le crudeltà che tu hai usato sugli altri, no? Però non riguarda questi qua che ho nominato prima. Del resto c’è una differenza, cioè la gente semplice sa bene al momento del dunque quali sono i suoi doveri, se tu leggi le lettere dei condannati a morte della Resistenza o anche dei ragazzi di Salò, ugualmente condannati morti, che sono giovani di vent’anni circa, sono tutte lettere estremamente dignitose. Se tu leggi le lettere di Moro nella prigione delle Brigate Rosse fai il confronto insomma. Evidentemente il potere aiuta a diventare vigliacchi o forse si va al potere perché si è vigliacchi.

Forse lo diventano per le mollezze del potere, per le cose, per gli affari, ma insomma, ripeto, che non ce ne sia uno che affronta in battaglia il nemico e muore, tanto sa che ormai è spacciato e lascia molto perplessi sulla loro reale personalità. Perché poi quando invece c’è da sacrificare la vita altrui non hanno esitazione alcuna.È chiaro che nel momento della sconfitta, anche com’è stato qui in Libia, cioè finché non si sapeva chi vinceva la popolazione è stata sostanzialmente a guardare, poi si è gettata tutta da una parte più che degli insorti, della Nato, perché la guerra l’ ha vinta la Nato. Gli insorti sono un optional. Io non ho molta stima, devo dire, di questi insorti libici, anche perché diciamo che i capi sono tutti ex gheddafiani che si sono levati al momento opportuno, quindi ci sarà una classe dirigente gheddafiana senza Gheddafi; anche se sostanzialmente credo che diventerà un protettorato occidentale, insomma, come l’Iraq, come sostanzialmente la Serbia, come vorrebbero fosse l’Afghanistan, ma lì non ce la fanno perché gli afgani hanno un’altra tempra.
C’hanno una storia in questo senso: hanno cacciato gli inglesi, nell’800, han cacciato i sovietici, con tutto quello che voleva dire l’armata sovietica, e cacceranno anche questi, li stanno per cacciare, nonostante la disparità enorme di armamenti; in Afghanistan questa storia degli aerei per cui si è votato “no fly zone” per Gheddafi, questi la subiscono da dieci anni, loro non hanno né aviazione né contraerea e devono battersi con gente che usa solo praticamente l’aviazione.
L’unica cosa che posso dire è che chi sta trattando per l’Italia sul… è Scaroni, quindiBisignani, perché noi abbiamo visto dalle intercettazioni che Scaroni per fare dei contatti coi Libici aveva bisogno del consiglio decisivo di Bisignani. È una cosa che fa un po’ impressione, devo dire, che il Presidente dell’Eni non sappia agire da solo.
Nell’80, che si scoprì che il padrone di Italia non stava né a Torino né a Roma né a Milano, ma stava a Castiglion Fibocchi e si chiamava Licio Gelli. E adesso abbiamo scoperto che uno dei padroni è questo Luca Bisignani, che già era compromesso, condannato, non importa, tornano sempre.

Toccate loro tutto, eccetto che la pensione.

Noi italiani non siamo mai stati dei fervidi stacanovisti: a noi è sempre piaciuto dedicarci a tutto ciò che non riguarda il lavoro, ai nostri passatempi preferiti, come viaggiare, andare al mare, oziare tutto il giorno, passare un week–end al mare con l’amata e prole a seguito… forse siamo il Bel Paese anche per questo, oltre che per le meraviglie paesaggistiche e culturali.

Siamo un popolo di sognatori, di creatori; cerchiamo sempre un modo per eludere la fatica, per alleggerire i pesanti doveri e, anche se siamo sempre di fretta, nella nostra mente speriamo che improvvisamente ci sia una manata dal cielo che obblighi il mondo a fermarsi.

Credo che questo atteggiamento sia proprio persino della nostra cultura.

Ma questo strano aspetto culturale è stato sconquassato dall’ultima ideona dell’esecutivo Berlusconi-poker. L’ultimo punto del vertice PDL-Lega sulla manovra è il seguente: <<Mantenimento dell’attuale regime previdenziale già previsto per coloro che abbiano maturato quarant’anni di contributi con esclusione dei periodi relativi al percorso di laurea e al servizio militare che rimangono comunque utili ai fini del calcolo della pensione.>>

In parole povere, secondo la manovra, il sistema delle pensioni rimarrà invariato, ma verranno esclusi gli anni passati dedicati agli studi universitari e i diciotto mesi di leva, obbligatoria fino a qualche tempo fa; quindi l’ammontare di questi anni si uniranno ai quarant’anni previsti.

Per cui la battaglia su blog e social network è esplosa sulla base dell’”esclusione dei periodi relativi al percorso di laurea e al servizio militare”. Un affronto alla nostra cultura.

In Internet imperversano migliaia e migliaia di polemiche: c’è chi dice che il nostro esecutivo protegga solo gli interessi dei più ricchi, scaricando la manovra sui più deboli.

Sul blog di Sinistra, Ecologia e Libertà, la manovra non ha <<più a che fare con la Res Publica e con la costruzione del futuro per il sistema-Paese, ma che – piuttosto – inseguono diktat scriteriati di un Presidente del Consiglio preoccupato solo della propria immagine e di partiti legati a doppio filo a interessi elettorali.

Ma quelli che proprio non ci stanno, tutti coloro che hanno il loro stomaco attanagliato dalla morsa della fregatura, sono i cittadini comuni, precari e i giovani. Sì, sono sempre loro. Come ha promesso il governo in campagna elettorale (e non solo), bisogna puntare su di loro. Ma il come, non l’hanno fatto ben capire.

Tra i mirini del Governo, tuttavia, questa volta, compaiono anche i medici: infatti, in prima linea si schiera CGIL–Medici, secondo cui ai dottori non verranno conteggiati dieci o dodici anni, utili loro per laurearsi, fare la specializzazione e il dottorato. Insomma, un altro colpo grosso per la sanità italiana.

<<Vivevo in Inghilterra, dovetti abbandonare tutto per il servizio militare, che nemmeno verrà conteggiato.>>

<<Che ne saranno di diciotto milioni spesi per la mia laurea?>>

Udite, udite, però, c’è anche chi, tra gli elettori del centro–destra giudica la manovra come un affare un po’ sporco.

In primis, ecco spuntare i leghisti, che sulla pagina Facebook di Radio Padania Libera, certo non risparmiano insulti e non si preoccupano di andare contro i propri ideali e il proprio partito.

<<Complimenti alla Lega per la coerenza… dove soffia il vento voi andate. Comode le poltrone a Roma, vero? Sono uno studente universitario e lasciatemi dire che avete perso un’ottima occasione di fare bella figura. A saperlo prima, avrei risparmiato sette anni sui libri. E tanti complimenti anche da parte di mio padre, operaio da 40 anni, prossimo pensionando e da questo momento ex–simpatizzante.>>

<<Quanto tempo buttato via pensando che a questi gli interessasse veramente il federalismo…forse i primi tempi. Poi hanno visto la comodità delle poltrone e la Lega è defunta.>>

Anche tra i fan più accaniti del Premier, c’è chi dalle poltrone di casa sua non è più compiacente del proprio leader.

Infatti, tra le righe dei simpatizzanti del Governo Berlusconi.it si legge una certa amarezza…

<<Brutto nano di merda, tu e quel psicolabile di Tremonti siete la rovina dell’Italia, accompagnati da altri mafiosi e massoni che infarciscono sto governo di merda…e che c’ha da ridire su un’opposizione piena di pagliacci da circo… RIVOLUZIONE!>>

eh, già, sul web sono scoppiati dei gran focolai di critche e avversità nel riguardi del Cavaliere e della sua corte.

Per fortuna che tra i leghisti c’è una proposta che metterebbe a tacere molti focolai, se non tutti: <<Perché non andiamo con le bandiere della Lega alla manifestazione della CGIL?>>.